La concussione senza perdita di coscienza èla forma più comune di trauma cranico legataallo sport e la più difficile da diagnosticaretanto che, spesso, non viene riconosciuta. Essaè causata da un’improvvisa accelerazione-decelerazionedell’encefalo all’interno della scatolacranica e si manifesta con un’immediata, breve,alterazione delle funzioni neurali. E’ questo ilmotivo per cui sono i tecnici, gli allenatori, gli“uomini di campo” che devono saperla riconosceree riferirla ai medici, ai quali invece spessoquesti ragazzi non arrivano, proprio a causa delmancato riconoscimento del fenomeno traumatico.I dati di una recente ricerca confermano chein Italia il numero di concussioni subite dagli atletie non riferite è elevato e che la conoscenzadel trauma concussivo è ridotta. Ciò è particolarmentepreoccupante alla luce del fatto chei rischi di concussioni singole o multiple sonoben noti e che i danni cognitivi a lungo terminesono sempre più frequentemente descritti.Questo dato è ancor più inquietante se sipensa, ad esempio, che dei circa 21 milioni diadolescenti che ogni anno praticano calcio, circa2 milioni subirà almeno un trauma concussivo,e di questi, solo la metà giungerà all’attenzionedel medico.Le ragioni principali per cui la concussionecerebrale non viene riportata sono principalmentelegate al fatto che questo tipo di traumaviene considerato “non importante” e comunque“parte del gioco”, quindi accettato passivamenteda atleti, tecnici e preparatori atletici.In realtà, i sintomi di un trauma cranico lievepossono sembrare “lievi”, ma possono condurre a disturbi di lunga durata che coinvolgono funzionifisiche, cognitive e psicologiche.Gli atleti moderni sono più potenti e più velocie questa condizione li pone a rischio di impattipiù gravi con rischi maggiori per il sistemanervoso.Inoltre non dobbiamo dimenticare i rischi disubire un trauma che corre il grande numero,difficilmente quantificabile, di persone che praticanosport ed attività ricreative al di fuori di ognicontrollo, i cosiddetti “atleti della domenica”.Con questa monografia intendiamo, oltre adoffrire una panoramica di quanto si è fatto e diquanto ancora vi è da fare per chiarire i moltilati oscuri della fisiopatologia della concussionecerebrale, proporre quelli che attualmente vengonoconsiderati i mezzi più idonei per la valutazioneclinica e strumentale dell’atleta concussoe per un suo sicuro ritorno all’attività sportiva.

La concussione cerebrale

Tavazzi, Barbara;
2010-01-01

Abstract

La concussione senza perdita di coscienza èla forma più comune di trauma cranico legataallo sport e la più difficile da diagnosticaretanto che, spesso, non viene riconosciuta. Essaè causata da un’improvvisa accelerazione-decelerazionedell’encefalo all’interno della scatolacranica e si manifesta con un’immediata, breve,alterazione delle funzioni neurali. E’ questo ilmotivo per cui sono i tecnici, gli allenatori, gli“uomini di campo” che devono saperla riconosceree riferirla ai medici, ai quali invece spessoquesti ragazzi non arrivano, proprio a causa delmancato riconoscimento del fenomeno traumatico.I dati di una recente ricerca confermano chein Italia il numero di concussioni subite dagli atletie non riferite è elevato e che la conoscenzadel trauma concussivo è ridotta. Ciò è particolarmentepreoccupante alla luce del fatto chei rischi di concussioni singole o multiple sonoben noti e che i danni cognitivi a lungo terminesono sempre più frequentemente descritti.Questo dato è ancor più inquietante se sipensa, ad esempio, che dei circa 21 milioni diadolescenti che ogni anno praticano calcio, circa2 milioni subirà almeno un trauma concussivo,e di questi, solo la metà giungerà all’attenzionedel medico.Le ragioni principali per cui la concussionecerebrale non viene riportata sono principalmentelegate al fatto che questo tipo di traumaviene considerato “non importante” e comunque“parte del gioco”, quindi accettato passivamenteda atleti, tecnici e preparatori atletici.In realtà, i sintomi di un trauma cranico lievepossono sembrare “lievi”, ma possono condurre a disturbi di lunga durata che coinvolgono funzionifisiche, cognitive e psicologiche.Gli atleti moderni sono più potenti e più velocie questa condizione li pone a rischio di impattipiù gravi con rischi maggiori per il sistemanervoso.Inoltre non dobbiamo dimenticare i rischi disubire un trauma che corre il grande numero,difficilmente quantificabile, di persone che praticanosport ed attività ricreative al di fuori di ognicontrollo, i cosiddetti “atleti della domenica”.Con questa monografia intendiamo, oltre adoffrire una panoramica di quanto si è fatto e diquanto ancora vi è da fare per chiarire i moltilati oscuri della fisiopatologia della concussionecerebrale, proporre quelli che attualmente vengonoconsiderati i mezzi più idonei per la valutazioneclinica e strumentale dell’atleta concussoe per un suo sicuro ritorno all’attività sportiva.
2010
Concussione cerebrale
Atleti
Sport da contatto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14245/4604
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