Da quando esiste l’uomo, esiste il senso della paura. Si tratta di un sentimento universale e innato. Dal mito della caverna di Platone ai corridoi infiniti dell’Overlook Hotel in Shining di Stanley Kubrik, la paura dell’ignoto resta un timore atavico che ci fa sperimentare, potente, il senso del rischio e l’ansia per la mancanza di controllo sulla realtà. La tecnologia è fonte di ansia e paura dell’ignoto. Non sappiamo ‘quello che c’è dietro’ a una macchina, non riusciamo ‘a toccarla’ per definirne il rischio e temiamo costantemente, anche a ragione, che sia la tecnologia a controllarci. Troppo spesso percepiamo che essa sia molto più brava e competente di noi. Ci sfida ogni giorno, mettendoci sotto esame e richiedendo competenze che spesso sentiamo o proviamo di non possedere. L'articolo affronta il tema di come lo sviluppo della tecnologia digitale ha operato, attraverso l'intelligenza Artificiale, il Deep learning e il 5G, una progressiva dislocazione dell’output oggettivo verso la soggettività e di come si debba partire dal concetto di cultura per compiere il percorso di integrazione tecnologica, di come occorra superare la paura della tecnologia acquisendo senso critico, e di come Il pensiero lineare e razionale dell’AI mai potrà competere con i nostri salti concettuali, con la nostra irrazionalità, con le intuizioni, con la creatività, con il nostro genio e i nostri valori.
Educazione Digitale. La sfida delle organizzazioni si gioca sul rapporto tra persone e macchine
Padua, Donatella
2023-01-01
Abstract
Da quando esiste l’uomo, esiste il senso della paura. Si tratta di un sentimento universale e innato. Dal mito della caverna di Platone ai corridoi infiniti dell’Overlook Hotel in Shining di Stanley Kubrik, la paura dell’ignoto resta un timore atavico che ci fa sperimentare, potente, il senso del rischio e l’ansia per la mancanza di controllo sulla realtà. La tecnologia è fonte di ansia e paura dell’ignoto. Non sappiamo ‘quello che c’è dietro’ a una macchina, non riusciamo ‘a toccarla’ per definirne il rischio e temiamo costantemente, anche a ragione, che sia la tecnologia a controllarci. Troppo spesso percepiamo che essa sia molto più brava e competente di noi. Ci sfida ogni giorno, mettendoci sotto esame e richiedendo competenze che spesso sentiamo o proviamo di non possedere. L'articolo affronta il tema di come lo sviluppo della tecnologia digitale ha operato, attraverso l'intelligenza Artificiale, il Deep learning e il 5G, una progressiva dislocazione dell’output oggettivo verso la soggettività e di come si debba partire dal concetto di cultura per compiere il percorso di integrazione tecnologica, di come occorra superare la paura della tecnologia acquisendo senso critico, e di come Il pensiero lineare e razionale dell’AI mai potrà competere con i nostri salti concettuali, con la nostra irrazionalità, con le intuizioni, con la creatività, con il nostro genio e i nostri valori.File | Dimensione | Formato | |
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