Le ondate di COVID-19 hanno influenzato gli stili di vita e la salute mentale della popolazione mondiale.Numerose indagini hanno riportato rilevanti modificazioni nel sonno e nella quantità e qualità dei sogni. Nel presente lavoro, riportiamo i dati longitudinali relativi alla primavera 2021, allo scopo di esplorare lecaratteristiche dell’attività onirica della popolazione italiana durante la terza ondata pandemica,comparandole con la prima (primavera 2020). I cambiamenti dell’attività onirica sono stati valutati in funzione delle variazioni del livello di distress psicologico tra le due ondate. Inoltre, sono stati identificati i predittori della frequenza degli incubi e del livello di sofferenza ad essi associato durante la terza ondata.Sono stati coinvolti in questa indagine tutti coloro che hanno partecipato sia allo studio web-survey condotto durante la prima ondata di COVID-19 (T1) che durante la terza (T3), nel quale veniva richiesto di compilare una serie di questionari standardizzati per la rilevazione di misure psicologiche, ipniche e oniriche. Il campione finale è composto da 728 soggetti. Coloro che hanno ridotto il loro livello di distress psicologico generale a T3 rispetto a T1, sono stati definiti “Ristabiliti” (N=330). Diversamente, coloro che hanno mantenuto invariato o hanno incrementato il loro livello di distress psicologico sono stati definiti “Non Ristabiliti” (N=398). I confronti statistici hanno mostrato che la frequenza dei sogni, degli incubi, dei sogni lucidi e l’intensità emotiva dei contenuti onirici si sono ridotti nell’intero campione a T3 rispetto a T1. Il gruppo dei Ristabiliti ha riportato una minore frequenza degli incubi e contenuti meno angosciosi rispetto ai Non Ristabiliti. Inoltre, le regressioni, effettuate separatamente per i due gruppi, hanno evidenziato che, oltre alle variabili sociodemografiche (genere, età), specifiche misure di sonno (disturbi del sonno e igiene del sonno) sono associate alle caratteristiche degli incubi. In particolare, l’igiene del sonno è risultata essere uno dei migliori predittori del livello di angoscia dei contenuti onirici nel gruppo dei Non Ristabiliti. I risultati del presente studio suggeriscono che gli individui hanno sperimentato un generale adattamento all’emergenza pandemica durante la terza ondata. Si osserva che l’attività onirica, e più precisamente gli incubi, sembrano essere un attendibile indicatore del benessere psicologico degli individui nel tempo. In linea con la precedente letteratura, essere giovani e di genere femminile predisporrebbe ad una maggiore produzione di incubi e alla sperimentazione di una più elevata sofferenza ad essi associata. Peraltro, i nostri riscontri consentono di sottolineare l’importanza, in ambito clinico, di intervenire sui disturbi del sonno conseguenti all'emergenza da COVID-19 e, in maniera contingente, su tutti quei comportamenti e abitudiniche impattano sulla qualità del riposo notturno.
Cambiamenti dell’attività onirica durante la pandemia: uno studio longitudinale sulla popolazione italiana
Alfonsi, Valentina;
2023-01-01
Abstract
Le ondate di COVID-19 hanno influenzato gli stili di vita e la salute mentale della popolazione mondiale.Numerose indagini hanno riportato rilevanti modificazioni nel sonno e nella quantità e qualità dei sogni. Nel presente lavoro, riportiamo i dati longitudinali relativi alla primavera 2021, allo scopo di esplorare lecaratteristiche dell’attività onirica della popolazione italiana durante la terza ondata pandemica,comparandole con la prima (primavera 2020). I cambiamenti dell’attività onirica sono stati valutati in funzione delle variazioni del livello di distress psicologico tra le due ondate. Inoltre, sono stati identificati i predittori della frequenza degli incubi e del livello di sofferenza ad essi associato durante la terza ondata.Sono stati coinvolti in questa indagine tutti coloro che hanno partecipato sia allo studio web-survey condotto durante la prima ondata di COVID-19 (T1) che durante la terza (T3), nel quale veniva richiesto di compilare una serie di questionari standardizzati per la rilevazione di misure psicologiche, ipniche e oniriche. Il campione finale è composto da 728 soggetti. Coloro che hanno ridotto il loro livello di distress psicologico generale a T3 rispetto a T1, sono stati definiti “Ristabiliti” (N=330). Diversamente, coloro che hanno mantenuto invariato o hanno incrementato il loro livello di distress psicologico sono stati definiti “Non Ristabiliti” (N=398). I confronti statistici hanno mostrato che la frequenza dei sogni, degli incubi, dei sogni lucidi e l’intensità emotiva dei contenuti onirici si sono ridotti nell’intero campione a T3 rispetto a T1. Il gruppo dei Ristabiliti ha riportato una minore frequenza degli incubi e contenuti meno angosciosi rispetto ai Non Ristabiliti. Inoltre, le regressioni, effettuate separatamente per i due gruppi, hanno evidenziato che, oltre alle variabili sociodemografiche (genere, età), specifiche misure di sonno (disturbi del sonno e igiene del sonno) sono associate alle caratteristiche degli incubi. In particolare, l’igiene del sonno è risultata essere uno dei migliori predittori del livello di angoscia dei contenuti onirici nel gruppo dei Non Ristabiliti. I risultati del presente studio suggeriscono che gli individui hanno sperimentato un generale adattamento all’emergenza pandemica durante la terza ondata. Si osserva che l’attività onirica, e più precisamente gli incubi, sembrano essere un attendibile indicatore del benessere psicologico degli individui nel tempo. In linea con la precedente letteratura, essere giovani e di genere femminile predisporrebbe ad una maggiore produzione di incubi e alla sperimentazione di una più elevata sofferenza ad essi associata. Peraltro, i nostri riscontri consentono di sottolineare l’importanza, in ambito clinico, di intervenire sui disturbi del sonno conseguenti all'emergenza da COVID-19 e, in maniera contingente, su tutti quei comportamenti e abitudiniche impattano sulla qualità del riposo notturno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.